Digital Markets Act: cosa cambia nel 2023
Il Digital Markets Act è il regolamento europeo sui mercati digitali che entrerà in vigore quest’anno.
Con il Digital Markets Act, le grandi piattaforme online saranno finalmente responsabili delle loro azioni.L’UE cambierà così lo spazio online in tutto il mondo” dice Ivan Bartoš. A marzo scorso, la presidenza francese del Consiglio Europeo aveva definito il Digital Markets Act come “un testo innovativo e tanto atteso per garantire una concorrenza leale nei mercati digitali
Che cos’è il Digital Markets Act
Il Digital Markets Act (DMA) è il nuovo regolamento europeo sui mercati digitali e sul digital advertising, approvato dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 insieme al Digital Services Act (DSA), il regolamento sui servizi digitali. Le due leggi compongono insieme il Digital Services Package, che entrerà in vigore quest’anno.
Il Digital Markets Act è uno strumento normativo che definisce i doveri per le imprese prima che la violazione venga messa in atto ed è il contriario della normativa antitrust che sanziona solo dopo che la violazione anticoncorrenziale è stata già messa in atto.
Gli obiettivi del Digital Market Act
Gli obiettivi principali del Digital Market Act sono:
- garantire l’assenza di barriere di ingresso di tutti i servizi online,
- combattere gli abusi di mercato delle grandi piattaforme digitali,
- stimolare l’innovazione dei mercati digitali,
- mettere delle norme per contrastare il vuoto normativo che mette a repentaglio i dati degli utenti e la loro privacy,
- creare uno spazio economico più equo per le imprese..
Digital Markets Act: cosa prevede la legge
Con il Digital Markets Act, l’applicazione delle normative anticoncorrenziali risulta avere tempistiche adatte allo sviluppo del mercato digitale.
Le norme antitrust vigenti, infatti, hanno il limite della durata delle indagini e, per superare questi limiti, il Digital Markets Act introduce l’utilizzo di:
- blacklist, con divieti per le imprese;
- whitelist, con nuovi obblighi per le aziende;
- case by case assessment, ovvero valutazioni da applicare caso per caso alle grandi piattaforme.
Tra le pratiche sanzionabili, incluse nella blacklist, ci sono:
- il leveraging, lo sfruttamento della propria posizione dominante per monopolizzare i mercati;
- il self preferencing, favorire arbitrariamente i propri prodotti sulla piattaforma a discapito di quelli proposti da altre società;
- il rifiuto di accesso ai dati dell’utenza a terze parti terze;
- l’obbligo di termini e condizioni che bloccano l’accesso a determinate funzionalità;
- le pratiche di vincolo e aggregazione, come la vendita ingiustificata di beni o servizi diversi;
- l’imposizione di termini e condizioni poco chiare;
- la limitazione o il rifiuto della portabilità dei dati o del riuso dei dati;
- la combinazione di dati personali dell’utente, ricavati dai servizi di piattaforma, con altri dati personali ricavati da altri servizi, anche di terze parti.
Tra gli obblighi previsti per le aziende nella whitelist:
- permettere agli utenti di disinstallare qualsiasi applicazione software preinstallata;
- fornire a inserzionisti ed editori le informazioni necessarie per effettuare verifica e monitoraggio dei dati indipendenti dell’offerta di spazio pubblicitario;
- fornire a titolo gratuito agli utenti commerciali, o a terzi autorizzati da un utente commerciale, un accesso efficace, continuo e in tempo reale a dati forniti o generati nel contesto dell’uso dei pertinenti servizi di piattaforma di base (solo previo consenso dell’utente).
Cosa succede in caso di mancato rispetto della legge
In caso di violazione delle norme, il Digital Markets Act prevede sanzioni fino al 10% del fatturato dell’azienda e al 20% in caso di recidiva.
L’importo comunque viene stabilito, di volta in volta, secondo la gravità e la durata dell’illecito. In caso di violazione sistematica delle norme sono previste sanzioni straordinarie, tra cui anche l’obbligo di cedere parte del capitale o delle proprietà aziendali.
Legge sui mercati digitali: quali sono i vantaggi
Secondo la Commissione e il Parlamento Europeo, l’entrata in vigore del DMA potrebbe portare molti benefici sia alla libera concorrenza sia agli utenti.
Tra i vantaggi:
- maggiori trasparenza e dettagli sul funzionamento del mercato digitale e delle piattaforme;
- riduzione dei tempi di intervento delle autorità dovuti alla limitazione e alla prevenzione dei danni dei comportamenti anticoncorrenziali;
- intervento immediato e diretto sui gatekeeper;
- possibilità per le autorità di raccogliere dati sulle condotte anticoncorrenziali;
- garanzia dell’interoperabilità con servizi di aziende più piccole;
- più equa gestione delle pubblicità;
- possibilità per gli utenti di disinstallare le applicazioni software preinstallate dalla piattaforma principale/casa produttrice (attualmente non è possibile disinstallare alcune app liberamente);
- possibilità di scaricare e pagare le app senza l’intermediazione degli store Google e Apple;
- maggiore libertà di scelta (anche di servizi innovativi) per i consumatori;
- servizi migliori e costi più concorrenziali per gli utenti..